Kundannur, India, 13 febbraio 1931 - Kannur, India, 26 luglio 1957
Suora professa della Congregazione delle Suore Orsoline di Maria Immacolata; fu una testimone della speranza, soprattutto nei momenti più bui delle tentazioni e delle notti di solitudine che ebbe ad affrontare durante il noviziato e la sua breve vita religiosa. Seppe conservarsi sempre fedele e generosa, poggiando la sua vita nelle mani del Signore. Papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile il 5 agosto 2022.
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La Venerabile Serva di Dio Maria Celina Kannanaikal nacque il 13 febbraio 1931 a Kundannur (Trichur, India). Dopo aver espletato gli studi e circa tre anni di insegnamento, nel 1954 entrò nella Congregazione delle Suore Orsoline di Maria Immacolata. Benché la maestra delle novizie abbia riscontrato in lei una sincera ricerca di santità, la vita in noviziato le fu dura perché esperienze mistiche e vessazioni diaboliche creavano dubbi nelle Superiori e turbamento fra le altre novizie. Molti suggerivano di non ammetterla alla professione ma, dopo un prolungamento del noviziato di sei mesi oltre i due anni canonici, ella fu ammessa alla prima professione religiosa il 20 giugno 1957.
Ripreso l’insegnamento nella Scuola primaria di Saint Peter a Burnassery, dopo circa un mese, presentò frequenti episodi febbrili, cefalea e vomito senza nausea con tracce ematiche. Si ricorse al parere di diversi clinici, ma nessuno riuscì a fare una diagnosi sicura. La sera del 24 luglio si ripresentò il vomito incoercibile. Ricoverata urgentemente all’Ospedale di Kannur, qui morì il 26 luglio 1957, all’età di 26 anni, appena 35 giorni dopo la professione religiosa.
L’intera vita della Venerabile Serva di Dio fu un simbolo della sua profonda fede in Dio. Nata in una famiglia cattolica e profondamente cristiana, sin da bambina crebbe in un clima di fede. Alimentò la vita di fede con la Celebrazione Eucaristica e la preghiera personale, in particolare trascorrendo prolungati momenti davanti al Ss.mo Sacramento. Nutriva una grande devozione per la Vergine Maria e con lei anche verso Santa Teresa del Bambino Gesù e Santa Maria Goretti.
Ella fu una testimone della speranza, soprattutto nei momenti più bui delle tentazioni e delle notti di solitudine che ebbe ad affrontare durante il noviziato e la sua breve vita religiosa. Durante quei momenti, seppe conservarsi sempre fedele e generosa, poggiando la sua vita nelle mani del Signore.
I suoi giorni furono segnati da una profonda angoscia interiore, accompagnata da altrettanta incertezza e confusione, che ella seppe sostenere con grande coraggio, sostenuta dalla speranza nel Signore Gesù.
Pose al primo posto l’amore verso Dio, come Creatore e come Redentore. Nutriva una grande compassione verso i poveri, condividendo con essi quanto aveva. Da ragazza, andava con le sue amiche per le case dei più bisognosi e distribuiva loro tutto quanto aveva.
Durante il noviziato, maturò spiritualmente e umanamente e fu apprezzata dalle Superiore e dalle consorelle per la docilità, l’obbedienza e la semplicità. Non mancarono ostacoli e incomprensioni che le cagionarono molte sofferenze. Risalgono a questo periodo alcune singolari esperienze, manifestatesi anche con difficoltà fisiche, turbamenti, visioni ed assalti diabolici che però non incisero sul suo equilibrio. Un resoconto dettagliato di questi fenomeni si trova nel diario della madre maestra che assistette ad alcuni di questi fenomeni. Con il sostegno della Grazia e l’aiuto della preghiera, ella perseverò, tuttavia, nell’obbedienza, umiltà e carità che sempre l’avevano contraddistinta, vivendo nel nascondimento tutto ciò che le accadeva.
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