Maria Rachele Tararan nacque il 14 settembre 1912 a San Pietro in Gù in provincia di Padova, da Giovanni ed Anna Grappeggia, due modesti genitori dediti ai lavori agricoli.
Era la quarta di sei figli che venne battezzata il 26 settembre.
Nel 1916, suo padre venne chiamato alle armi e dopo la disfatta di Caporetto venne fatto prigioniero e deportato in Austria dove morì.
Maria Rachele che aveva solo sei anni, soffrì molto per la perdita del padre, tanto che il dolore della perdita la accompagnò per tutta la sua giovinezza.
All’età di sette anni, nel 1919 ricevette il sacramento della confermazione.
Rutta la sua infanzia la trascorse tra la casa, la scuola, la parrocchia che era il centro della vita di tutto il paese. Andava in chiesa, partecipava al catechismo e da sua madre apprese l’amore alla preghiera, all’eucarestia e alla parola di Dio che sarà il conforto in tuttala sua vita.
Disponibile, buona e riservata trascorse la sua adolescenza senza traumi.
A quindici anni per la situazione economica della famiglia, fu costretta ad andare a lavorare come bambinaia a Vicenza presso la famiglia Ciancilli. Fu al seguito di quella famiglia quando questa si trasferì a Napoli.
Dopo il terremoto di Napoli, durante il quale i Ciancilli persero tutto, la famiglia e anche Maria Rachele furono costretti a ritornare a Vicenza.
Anche in questa città, Maria Rachele poté dedicarsi alla preghiera, alla meditazione della Parola di Dio, alla partecipazione nelle attività della chiesa e a frequentare le suore Dorotee.
Sentita la chiamata alla vita religiosa chiese di poter entrare tra le Dorotee, ma queste suore la respinsero per la mancanza della dote.
Lasciata la famiglia Ciancilli in quanto non serviva più una bambinaia, tornò al suo paese natale, in attesa di potersi donare completamente e senza alcuna riserva a Dio.
Nel 1935 chiese di essere ammessa tra le suore di Don Orione, le quali la tennero con loro per molti anni senza mai farle iniziare il noviziato.
Prima a Tortona e poi a Roma era addetta ai lavori più umili della comunità. A Roma prestava servizio nell’orfanatrofio di Monte Mario dove rimase per cinque anni, e dove non fece mai trapelare la sua sofferenza per la sua condizione di non essere una religiosa.
Il confessore della comunità, il gesuita padre Felice Cappello, avendo conosciuto i propostiti di Maria Rachele e sapendola incline alla vita religiosa le consigliò di entrare nella Congregazione delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario.
A ventotto anni, il 23 settembre 1940 entrò quale postulante nella congregazione fondata da Virginia Centurioni Bracelli.
Nella congregazione rivelò pienamente le sue doti umane e spirituali nell’assistenza ai bambini, agli ammalati e nel servizio nelle scuole materne gestite dalle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario in Calabria e in Puglia.
A Roma il 15 agosto del 1942 iniziò il noviziato e vestì l’abito religioso e il 15 agosto 1944 fece la sua professione religiosa perpetua.
Suor Maria Rachele è ricordata come una religiosa che visse la sua spiritualità incentrata nel carisma dell’Istituto con una radicale centralità di donazione a Cristo Crocifisso in unione con Maria, la madre che percorse il Calvario.
E, anche la sua vita divenne un calvario.
Inizialmente prestò servizio ai ragazzi bisognosi, poi passò nel seminario Pio Latino, quale addetta al guardaroba e infine dovette arrendersi e ritornare in casa madre a causa delle forti febbri che stavamo minando la sua salute.
La sua testimonianza di religiosa sarà quella di una consacrata che passerà per più di vent’anni in ospedale immobile nel suo lettino e dolorante fino allo strazio per piaghe diffuse in tutto il corpo.
Singolare il fatto che il 18 maggio del 1947, in fin di vita le apparve la serva di Dio, suor Maria Teresina Zonfrilli, una consorella della quale era in corso il processo di canonizzazione.
Suor Maria Rachele si alzò improvvisamente dal letto e, fra lo stupore delle consorelle, tornata in salute scese in giardino esultando e raccontando la sua esperienza spirituale.
Riprese le sue attività come in passato, accentuando i suoi momenti di preghiera e di raccoglimento.
Ma ben presto si ammalò nuovamente, era la sua chiamata alla sofferenza e alla croce.
Divenne un’ospite dell’ospedale del San Camillo, del Forlanini e di altre case di cura, diventando per tutti un esempio vivente di “un’anima che s’immola con Gesù nella croce, senza chiedere nulla”.
In questo periodo molti tra consorelle, sacerdoti e laici si rivolgevano a lei per un consiglio e per ottenere le sue preghiere.
In questo periodo riempiva i giorni e le notti con la preghiera, accogliendo persone di ogni ceto, tra laici, sacerdoti e consorelle, che accorrevano a lei per un consiglio e un conforto. Le sapeva aprire i loro cuori alla speranza.
Il giorno 1 agosto 1980, suor Maria Rachele morì in concetto di santità nell’Ospedale Cristo Re di Roma.
La sua fama di santità con il passare del tempo crebbe e si diffuse tra in numerosi suoi devoti a Roma, e in numerosi paesi dove è presente l’Istituto delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario.
La sua tomba a Roma ben presto divenne la meta di numerosi pellegrini e fedeli.
Il processo di beatificazione promosso dalla congregazione delle Figlie di Nostra Signora al Monte Calvario, iniziato nel 1985, ottenne il 14 maggio 1996 il nulla osta da parte della Congregazione per le cause dei Santi.
PREGHIERA
Signore Gesù, che hai detto:
“Se uno mi serve,
il Padre l’onorerà”,
Ti preghiamo, glorifica anche in terra
Suor Maria Rachele Tararan
che unita a Te Crocifisso,
si è offerta vittima di espiazione
per i peccatori,
divenendo segno di speranza
per quanti sono provati dal dolore.
E Tu, Signore, a tua maggior gloria,
concedi la grazia che,
per sua intercessione, ti chiediamo.
Amen
Autore: Mauro Bonato
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