Nella notte del terrore di Londra, la Spagna ha scoperto qualcosa più di un semplice eroe. “Sant’Ignacio dello skate” ha titolato El Mundo l’articolo dedicato al profilo di Ignacio Echeverría, la vittima spagnola della strage jihadista del 3 giugno a Tower Bridge e Borough Market. Dove il ricorso a una categoria religiosa per raccontare il gesto straordinario dell’avvocato 39enne, amante dello skateboard, che di fronte all’azione dei terroristi non ha esitato a scendere dalla bicicletta e scagliarsi contro i loro coltelli armato solo della sua tavola, non è affatto casuale. Più passano i giorni, infatti, e più dai racconti emerge il profilo di un giovane professionista cattolico a tutto tondo, trovatosi a mettere in gioco la propria stessa vita pur di difendere quella di alcune persone sconosciute nella notte terribile di Londra.
È stato padre Daniel Sevillano, parroco a Las Rozas - la città della periferia di Madrid che Ignacio Echeverría qualche mese fa aveva lasciato per andare a lavorare a Londra - a raccontare che «l’eroe dello skateboard» era una persona assidua alla messa domenicale e che faceva anche parte del gruppo dell’Azione Cattolica nella comunità di San Miguel. Del resto era cresciuto in una famiglia molto religiosa, originaria della Galizia: a molti aveva raccontato che lo zio materno, Antonio Hornedo scomparso nel 2006, era un missionario gesuita che per anni era stato vescovo sulle Ande in Perù. E un altro parente era stato invece ucciso a 16 anni nella grande persecuzione religiosa, durante la guerra civile spagnola.
La responsabile del gruppo locale dell’Azione Cattolica, sul sito nazionale dell’associazione, descrive Ignacio come una persona semplice e anche un po’ timida, nonostante avesse alle spalle una laurea in Spagna e un dottorato alla Sorbona. «Nei nostri incontri si era lasciato coinvolgere dal metodo della revisione di vita, nel lasciarsi illuminare dalla Parola di Dio - scrive in un ricordo -. Partecipava alla riflessione sui testi della Bibbia e del magistero della Chiesa, senza aver paura di manifestare anche i propri dubbi. Era il più giovane del gruppo ma non si sentiva affatto a disagio».
La stessa professione che l’aveva portato a Londra è molto significativa: nei suoi studi Echeverría aveva scelto di specializzarsi nella lotta al crimine finanziario, comprese le transazioni a sostegno dei gruppi jihadisti. Terminati gli studi quello era diventato il suo lavoro negli uffici di vigilanza interni agli istituti bancari. Alcuni colleghi hanno raccontato come in un istituto bancario spagnolo non fossero mancati i contrasti con i superiori proprio per la sua fermezza. E anche per questo motivo qualche mese fa si era trasferito nella City; lavorava sempre nello stesso settore ma questa volta per conto dell’Hsbc, uno dei grandi colossi della finanza globale (venne assunto proprio nell’ambito del rafforzamento della vigilanza interna, dopo gli scandali emersi con la lista Falciani).
Un professionista dall’etica molto forte, dunque, ma aperto alla vita, all’aria aperta e all’amicizia. Così anche a Londra - abbandonata la scrivania alla sera - non rinunciava alla passione per lo skateboard. E se all’Azione Cattolica era il più giovane, nelle evoluzioni sulle pedane Ignacio era quasi sempre accanto a tanti ragazzini. Una specie di fratello maggiore, molto stimato per le sue evoluzioni (compresa una particolare piroetta il cui nome in spagnolo - l’“impossible” - è tutto un programma). Anche il quel contesto, però, si racconta delle sue competenze messe a disposizione gratuitamente per dare una mano a qualche giovanissimo amico finito nei pasticci per altre vicende.
Tanti piccoli gesti semplici; volti di una fede vissuta senza bisogno di dare troppo nell’occhio, nel quotidiano. Fino alla notte di Borough Market e alla scelta di non scappare una volta vista una persona aggredita, a cui peraltro ha salvato la vita. Quella notte per tanti Ignacio è diventato «il santo dello skate». Testimone di una fede adulta, straordinariamente vicino alla generazione per la quale la Chiesa cattolica si appresta a celebrare un Sinodo.
Autore: Giorgio Bernardelli
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