Madre Miradio della Provvidenza di S. Gaetano, al secolo Giulia Bonifacio, nasce a Castellammare di Stabia (NA) il 2 febbraio 1863, in una famiglia cristiana di modeste condizioni sociali. A soli quattro anni sperimenta il dolore dell’orfanezza in seguito alla morte della madre Maria Vincenza Raffone. Il padre Francesco Paolo, “falegname di mare” (costruttore navale), dopo pochi mesi dalla morte della moglie, passa a seconde nozze con Anna Spera.
Giulia, concluso il ciclo di istruzione primaria, lascia la scuola, dando il suo contributo nella gestione della casa. Nonostante questi avvenimenti, trascorre una fanciullezza serena e impara dalle stesse situazioni che vive che l’amore non è un sentimento, ma impegno, risposta di gratitudine a Dio e agli altri.
Durante l’adolescenza diventa, all’interno della famiglia, tra le coetanee, nella parrocchia della Cattedrale di Castellammare, esempio di ammirevole laboriosità, semplicità e bontà. È in quegli anni che Giulia avverte e matura la chiamata alla vita religiosa.
Dopo un periodo di intensa preghiera e di discernimento, il 2 luglio del 1882, entra nella Congregazione delle Povere Figlie di S. Pietro D’Alcantara, accolta con gioia da entrambi i Fondatori, Don Vincenzo Gargiulo e Suor Maria Agnese dell’Immacolata, nella Casa Madre, sita nell’ex convento domenicano di S. Croce a Castellammare.
Il suo cammino è spedito: Giulia si rivela docile, umile, piena di buona volontà, amante del sacrificio, della preghiera, radicale nel dono a Dio e ai fratelli, nell’osservanza della Regola.
Viene ammessa alla vestizione il 3 ottobre del 1882 con il nome di Suor Maria Provvidenza di S. Gaetano e il 1° maggio del 1884 alla professione dei voti semplici.
Grazie alle sue qualità umane e spirituali, alla sua carità ardente, alla sua fede profonda, alla sua speranza che rendeva visibile nell’abbandono fiducioso alla Provvidenza divina, Suor Maria Provvidenza conquistò la stima dei superiori che le assegnarono, ancora giovanissima, ruoli di guida e di formatrice.
Nel 1884, appena emessa la professione religiosa, Don Vincenzo Gargiulo e Madre Maria Agnese dell’Immacolata la chiamano ad assumere l’incarico di maestra delle probande e delle novizie, che portò avanti per otto anni, fino al 1892, con sapienza pedagogica, discrezione, fermezza unita a profondo affetto.
Il 26 dicembre 1891 muore la Fondatrice e Superiora Generale delle Alcantarine, Madre Maria Agnese dell’Immacolata, e con il Capitolo del 1892 Suor Maria Provvidenza viene nominata Consultrice generale. La nuova Superiora generale, Suor Maria Francesca D’Uva, il 23 settembre dello stesso anno, d’accordo con il Consiglio, la nomina Vicaria.
Il 1894 Suor Maria Provvidenza viene trasferita a Roma, all’Ospizio di S. Margherita da Cortona, fondato nel 1879 da Padre Simpliciano della Natività, francescano Alcantarino, che per dirigere l’opera aveva chiesto la collaborazione delle suore Alcantarine.
Con gli anni la convivenza tra le Alcantarine e le “Margheritine”, le suore fondate da Padre Simpliciano, si era resa difficile, generando incomprensioni e disaccordi che richiesero l’intervento della Madre generale, la quale, data la delicata situazione, ritenne opportuno inviare al S. Margherita Suor Maria Provvidenza che aveva sempre dimostrato grande rettitudine morale, ottime e ferme capacità direttive, equilibrio nel valutare e flessibilità al momento opportuno.
Suor Maria Provvidenza restò all’Ospizio di S. Margherita fino al 1896. Spese ogni energia per eliminare le tensioni e rendere più serena la convivenza tra i due Istituti di Suore. Ma non mancarono maldicenze e calunnie, che furono causa per lei di profonda sofferenza. Durante i due anni trascorsi al S. Margherita, conobbe Don Francesco Maria Carisdeo, parroco di Carpino, Foggia, al quale schiude la sua anima. La discreta direzione spirituale di Don Carisdeo è per lei aiuto e conforto. Egli coglie nelle parole e negli atteggiamenti di Suor Maria Provvidenza sane e salde convinzioni, un abbandono fiducioso alla volontà di Dio, una profonda fedeltà ai valori della sua consacrazione. Intuisce in lei la presenza di un progetto che Dio sta lentamente schiudendo, ma del quale lei non sembra avere ancora consapevolezza. Le propone così di lasciare l’Istituto delle Alcantarine per fondare a Carpino un convento di clausura “Le Adoratrici perpetue del SS. Sacramento”.
Pur non scartando l’ipotesi che quella proposta poteva essere la volontà di Dio su di lei, Suor Maria Provvidenza sceglie di consegnarsi all’obbedienza e si rimette completamente alle decisioni della Superiora Generale la quale la richiama da Roma a Castellammare per inviarla verso la fine del 1896 a Rende (Cosenza).
L’anno seguente fu trasferita come Superiora a Tocco Casauria (oggi in provincia di Pescara) dove trascorrerà quasi quattro anni. In questi anni il pensiero che Dio stava progettando per lei un nuovo cammino fu costante in lei. Allo stesso tempo non riusciva a pensarsi lontana dalla sua Famiglia religiosa, alla quale era legata da profondi sentimenti di affetto, di riconoscenza e dalla comune identità francescana.
Ma sente che non può arrestare l’impulso della grazia che la chiama a realizzare un nuovo progetto.
Così nell’estate del 1900, con Sr Federica Salvatore e Sr Giocondina Armellina, lascia Tocco Casauria e si porta a Carpino accolta da Don Carisdeo.
Suor Maria Provvidenza e le altre due suore vengono richiamate dai superiori a Castellammare per chiarire quanto era accaduto e alla presenza di Mons. Michele De Jorio espone con coraggio e serenità le intenzioni che il Signore le aveva fatto intuire. I superiori si oppongono e lei obbedisce.
Ma cade in un profondo stato di sconforto. Si ammala gravemente, tanto che si teme per la sua vita, e chiede al Vescovo De Jorio di potersi curare in famiglia. Ottenuto il permesso, Suor Maria Provvidenza il 17 gennaio 1901 lascia l’Istituto delle Alcantarine e va a Napoli dalla sorella Vincenza, nata dal secondo matrimonio del padre con Anna Spera. Riacquistate le energie fisiche e la forza interiore, sente che deve riprendere il cammino e che deve realizzare l’opera che il Signore voleva da lei.
Nel mese di maggio torna a Castellammare dal Vescovo De Jorio e gli comunica la decisione di lasciare definitivamente le Alcantarine e il 22 dello stesso mese, con Suor Federica e Suor Giocondina, torna a Carpino per dare inizio alla Fondazione.
Sebbene attratta dall’ideale di vita contemplativa, l’idea iniziale di fondare un convento di clausura si convertirà in un Istituto di vita apostolica o di “carità attiva” (l’espressione la troviamo in una sua lettera al Cardinale G. Prisco, Arcivescovo di Napoli, Palma Campania, 22 aprile 1919).
Per difficoltà sopraggiunte, consigliata e guidata da Padre Luca De Longis, francescano della Provincia Napoletana S. Pietro ad Aram, primo Direttore dell’Istituto, lascia Carpino e il 2 aprile del 1902, e raggiunge Valle Tufara (BN) dove un parente di Padre Luca aveva fondato un orfanotrofio.
Qui, nella Diocesi di Benevento, Mons. Paolo Schinosi dà alla nascente Congregazione, denominata Povere Figlie di S. Antonio, il riconoscimento diocesano e il 22 luglio 1uglio dello stesso anno c’è la prima vestizione. Madre Miradio, con le prime compagne, in un atteggiamento di fiducioso abbandono alla Provvidenza e di disponibilità alla Chiesa e ai bisogni della gente, nella semplicità, nella più assoluta povertà di mezzi, dà inizio alla missione di evangelizzazione e promozione umana dei più disagiati e bisognosi, specialmente dell’infanzia e della gioventù.
Il 2 aprile del 1906 chiede ed ottiene da Padre Dionisio Schuler, Ministro Generale dei Frati Minori, l’affiliazione all’Ordine Minoritico.
La sua carità attiva, il suo zelo di apostola e missionaria (a definirla tale è Mons. Alberto Costa, Vescovo di Melfi-Rapolla (PZ) in una lettera del 1926), la sua capacità di dare risposte alle esigenze del suo tempo, permettono alla giovane Congregazione di estendersi in vari paesi del Sud Italia: Cardito, NA, 1902; Rionero in Vulture, PZ, 1903; Caivano, NA, 1906; Barile, PZ, 1907; Sapri, SA, 1912; Palma Campania, NA e Buonalbergo, BN, 1916; Atella, PZ, 1917; Torraca, SA, 1918; Secondigliano, NA, 1919.
Infaticabile pellegrina, operosa nella carità e immersa nella preghiera, Madre Miradio compone un motto che sarà il programma e il punto forza di tutta la sua vita: “Tutto è nulla per la gloria di Dio, la nostra santificazione e il bene delle anime”. Sulla scia di S. Francesco D’Assisi, ha un grande amore per Gesù Bambino e per il Cristo Crocifisso, coltiva un amore profondo per l’Eucarestia dalla quale prende forza e ispirazione per promuovere uno stile di vita improntato al dono di se stessa. Prende a modello per sé e per le sue figlie il Cuore di Maria Immacolata, per la quale nutre profonda venerazione.
Ancora adolescente, il Servo di Dio Mons. Vincenzo Maria Sarnelli le aveva detto: “Sarai madre di tanti figli non tuoi”. Sarà proprio questo amore materno, che tanto ha caratterizzato la sua esistenza, che la porterà a prediligere i piccoli, gli indifesi, i malati, gli abbandonati, gli orfani per i quali, a costo di innumerevoli sacrifici, si lancia in una intensa attività apostolica, aprendo scuole gratuite e non, orfanotrofi, laboratori, ricoveri per colerosi, per i profughi di guerra. Dovunque un bisogno la interpella, offre la sua disponibilità, attenta non solo ai bisogni materiali, ma soprattutto alla “formazione del cuore”.
Nel mese di giugno del 1926 fa dono alla sua Congregazione delle nuove Costituzioni. Fu il suo testamento spirituale, prima di consegnare la sua vita a Colui che aveva tanto amato.
Il 15 dicembre 1926, a Secondigliano, Napoli, anno in cui l’Istituto ricordava il 25° di fondazione, a sessantatre anni chiude serenamente la sua esistenza terrena.
Al suo Istituto lascia l’impegno di testimoniare lo spirito delle Beatitudini nella povertà, nella semplicità, nella carità, nell’abbandono fiducioso alla Provvidenza. E in fedeltà al carisma ricevuto, le Religiose Francescane di S. Antonio, nell’incondizionata disponibilità alla Chiesa e al mondo, continuano a lavorare per la gloria di Dio e a prediligere i più poveri ed abbandonati.
Fonte:
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www.francescanesantantonio.org
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