Lisignago, Trento, 10 novembre 1890 - Vicarello, Viterbo, 12 dicembre 1945
Religiosa professa della Congregazione delle Suore Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria; fu una donna di grande fede. Cercava l’unione con Dio attraverso la preghiera, desiderando compiere fedelmente la volontà di Dio. Papa Francesco l'ha dichiarata Venerabile il 23 marzo 2023.
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La Venerabile Serva di Dio Leonilde di San Giovanni Battista (al secolo: Amelia Rossi) nacque a Lisignago (Trento, Italia) il 10 novembre 1890. Rimasta presto orfana di padre e di madre, venne accolta a casa dello zio a Trento e, due anni dopo, seguì la cugina nell’Istituto dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Pola (Istria), dove nel 1906 iniziò il noviziato. Il 18 giugno 1909 emise la professione religiosa temporanea e fu inviata nell’isola di Cherso dove, completati gli studi, iniziò l’attività di insegnante. Il 2 agosto 1919 emise la professione religiosa perpetua.
Dal 1919 fu Superiora e direttrice didattica della Scuola materna a Pola. Nel 1926 venne eletta Consigliera Generale della Congregazione e, nel 1932, Superiora Generale. Confermata nell’incarico nel 1938, visse il secondo mandato molto provata per le condizioni di salute precarie.
Peggiorando le condizioni fisiche, venne trasferita in una clinica gestita dalle Suore di Nostra Signora a Vicarello (Viterbo), dove morì il 12 dicembre 1945.
La Venerabile Serva di Dio fu una donna di grande fede. Cercava l’unione con Dio attraverso la preghiera, desiderando compiere fedelmente la volontà di Dio. Pur sperimentando le fatiche del cammino dell’Istituto e le numerose sofferenze fisiche, continuò a nutrire fiducia nel Signore. Sopportò le prove con pazienza, conservando la pace interiore. Affrontò con fortezza anche le opposizioni determinate dalla gelosia di alcune consorelle.
La fede divenne operosa nella carità verso gli alunni, i colleghi di insegnamento, le consorelle e i bisognosi. Si spese con particolare generosità nel campo dell’educazione, divenendo punto di riferimento sia per gli studenti che le loro famiglie. I poveri e coloro che si trovavano a fronteggiare situazioni di difficoltà spirituali e materiali notavano la sua concreta dedizione.
Durante la Seconda Guerra Mondiale si privava anche del necessario per donarlo ai poveri. Fu prudente nel governo dell’Istituto, che diresse con rigore e amore.
La fama di santità è giunta sino ai nostri giorni, anche se circoscritta alla famiglia religiosa di appartenenza.
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