VII sec.
Quindicesimo vescovo di Como vissuto tra il VII e l'VIII secolo, è protagonista di una narrazione che intreccia sapientemente realtà e leggenda. Le scarne notizie storiche lo descrivono come un vescovo zelante, dedito alla cura del suo popolo, mentre la leggenda ne esalta le virtù eroiche e i poteri miracolosi. Si narra che, accusato ingiustamente di immoralità, Adalberto si recò a Roma per scagionarsi, compiendo prodigi alla presenza del Papa. La sua morte, profetizzata dallo stesso santo, sarebbe avvenuta poco dopo aver restituito la vista al pontefice.
Etimologia: Adalberto = di illustre nobiltà , dal tedesco
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Nulla di certo si conosce sulla figura e sull'attività di Adalberto. Il suo episcopato va collocato probabilmente tra il terzo e il quarto decennio del sec. VII. Il suo nome figura nei cataloghi episcopali dopo quello di s. Rubiano, il successore di s. Agrippino (+ dopo il 617). Gli antichi storici locali hanno riferito su A. alcune notizie a carattere favoloso. Originario della Croazia, Adalberto sarebbe venuto a Como, per ossequiare il suo concittadino Rubiano, che reggeva quella diocesi. Si noti, tuttavia, che per quanto riguarda s. Rubiano, presentato come discepolo di s. Agrippino, venuto a Como da Aquileia, l'origine croata non offre difficoltà. Adalberto sarebbe stato trattenuto a Como da s. Rubiano, a cui poi sarebbe stato chiamato a succedere.
La leggenda narra che, accusato presso il papa di incontinenza, Adalberto riuscì a trionfare di tali calunnie con l'evidenza della sua vita santa, del suo zelo apostolico e dei suoi poteri taumaturgici. In tale occasione volle recarsi anzi personalmente a Roma, dove compì alla presenza del papa vari prodigi, annunziando tra l'altro che la sua morte sarebbe seguita alla recuperata piena facoltà visiva dello stesso pontefice, che era monocolo. Il pontefice, poi, allorché guarì, si sarebbe recato a Como, dove assisté il santo vescovo sul letto di morte e partecipò ai suoi funerali.
Si noti che secondo la leggenda tale papa sarebbe stato Urbano II (1088-1099), che gli storici seguenti mutarono in Bonifacio IV (f 615), erroneamente ritenuto contemporaneo di Adalberto.
Non si può determinare l'anno della morte di Adalberto. Fu sepolto nella chiesa dei SS. Apostoli, che dall'818 si chiamò di S. Abbondio. Le sue reliquie, in seguito, furono collocate, insieme con quelle di s. Rubiano, sotto un altare a loro dedicato. Nel 1580 vi fu una ulteriore traslazione delle reliquie dei due santi vescovi, collocate in parte nella cattedrale sotto l'altare del Crocefisso, in parte nella chiesa dei domenicani di S. Giovanni. La festa di Adalberto era celebrata il 7 lugl., e in tal data era ricordato anche nel breviario patriarchino del 1519-23; in seguito fu spostata al 3 giugno.
Autore: Gian Michele Fusconi
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