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Sant' Agrippano Vescovo e martire
Festa:
1 febbraio
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VII sec.
Originario della Spagna, sant'Agrippano fu consacrato vescovo da papa san Martino I e inviato a governare la diocesi di Puy-en-Velay. Dopo essersi adoperato nella conversione degli eretici, di ritorno da Roma fu catturato e decapitato dai pagani a Chiniac. Le sue spoglie furono trasportate a Puy, poi a Saint-Agrève, dove furono ricognite nel 1522, e infine a Saint-George, dove furono profanate durante la Rivoluzione. Oggi rimane solo un frammento del cranio, conservato nella cattedrale di Le Puy. La sua festa si celebra il 1° febbraio e l'anniversario della sua ultima traslazione il 6 novembre.
Martirologio Romano: A Puy-en-Vélay in Aquitania, in Francia, sant’Agrippano, vescovo e martire, che tornando da Roma nel Vélay si dice sia stato ucciso dagli idolatri.
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Originario della Spagna, sarebbe stato consacrato vescovo a Roma dal papa san Martino I, intorno al 649, e inviato quindi a governare la diocesi di Puy-en-Velay. Dopo essersi a lungo adoperato nella conversione degli eretici ariani ed elvidiani, di ritorno da una missione a Roma, fu catturato dai pagani, che lo uccisero decapitandolo a Chiniac (Vivarais); questo villaggio in ricordo del martirio di Agrippano fu poi chiamato, dal suo nome, Saint-Agrève. Dolcidio, a lui succeduto in quella sede episcopale, provvide in seguito a far trasportare le sue spoglie a Puy per sistemarle nella locale chiesa di Saint-Etienne; trasferite più tardi nella collegiata di Saint-Agrève, dove il 6 aprile 1522 si procedette anche alla loro ricognizione, furono finalmente traslate nella chiesa di Saint-George (1680), allorché la collegiata di Saint-Agrève dovette essere abbattuta per le sue pessime condizioni. Profanate durante la Rivoluzione, le reliquie di sant'Agrippano andarono quasi totalmente disperse, per cui non rimane oggi che un frammento del cranio, tuttora conservato nella cattedrale di Le Puy.
La sua festa si celebra il 1° febbraio, mentre il 6 novembre ricorre l'anniversario della sua ultima traslazione, secondo quanto fu allora disposto dal vescovo Antoine de Chabannes.
Autore: Gérard Mathon
Fonte:
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