Costantinopoli, 544 - Benevento, 3 marzo 570
Figlia del proconsole Lucio e di santa Antusa, fu una giovane donna di grande bellezza e virtù. Avendo fatto voto di verginità, fu costretta a fuggire da Costantinopoli per sottrarsi alle mire dell'imperatore Giustiniano. Durante il viaggio fu rapita dai ladri, ma l'intervento divino la salvò. Dopo aver raggiunto lo zio Narsete a Benevento, si stabilì in città e visse una vita di preghiera e di opere buone, operando molti miracoli. Morì giovane, a soli 16 anni, il 3 marzo 570.
Martirologio Romano: A Benevento, santa Artellaide, vergine.
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Artellaide, figlia del proconsole Lucio e di santa Antusa, nacque a Costantinopoli nel 544. Era una giovane donna di grande bellezza e virtù, e aveva fatto voto di verginità. Avendo sentito parlare della sua bellezza, l'imperatore Giustiniano la voleva dare in sposa a uno dei suoi ufficiali. Artellaide, però, era decisa a rimanere vergine, per cui la madre la convinse a fuggire da Costantinopoli per raggiungere lo zio Narsete, generale bizantino in Italia.
Durante il viaggio, fu rapita dai ladri. I suoi domestici, spaventati, fuggirono e si rifugiarono nella chiesa di Santa Eulalia, dove pregarono per la sua liberazione. L'intervento divino fu immediato: il demonio colpì a morte i ladri e l'angelo del Signore liberò Artellaide.
Artellaide si riunì ai suoi domestici e proseguì il viaggio verso l'Italia. A Siponto, in Puglia, offrì un dono alla chiesa di San Michele sul Gargano. Narsete, avendo appreso da un sogno l'arrivo della nipote, la condusse a Benevento, dove ella si stabilì e visse una vita di preghiera e di opere buone.
Era una donna di grande carità e compassione. Si prodigava per aiutare i bisognosi e operava molti miracoli. Colpita dalla febbre, si fece trasportare nella chiesa di San Luca, dove, dopo avere ascoltato la messa e ricevuta la comunione, si addormentò nel Signore il 3 marzo 570.
Autore: Franco Dieghi
La BHL (Bibliotheca Hagiographica Latina) ricorda tre vite di Artellaide. Questi atti, di cui si ignora l'origine e l'epoca, contengono molti elementi leggendari: secondo quanto in essi è riportato, Artellaide era figlia del proconsole Lucio e di santa Antusa. Avendo l'imperatore Giustiniano sentito parlare della sua bellezza, la voleva dare come sposa a qualcuno della sua corte; ma Artellaide aveva fatto il voto di verginità, onde la madre l'affidò a tre domestici con l'incarico di condurla in Italia presso lo zio, il generale bizantino Narsete. Durante il viaggio la giovanetta cadde in mano dei ladri, mentre i suoi domestici, dopo essere fuggiti, si portarono nella chiesa di Santa Eulalia per chiedere la liberazione della padroncina. I ladri giudicarono opportuno vendere la santa vergine, ma il demonio li colpì a morte e l'angelo del Signore rimise Artellaide in libertà. Ella poté così riunirsi ai domestici, portandosi a Siponto nelle Puglie per offrire un dono alla chiesa di San Michele sul monte Gargano. Narsete, avendo appreso da un sogno l'arrivo della nipote, la condusse a Benevento, dove ella offrì un ricco dono alla chiesa di Santa Maria.
Quì si stabilì e visse nella preghiera e negli esercizi di pietà, operando molti miracoli. Colpita dalla febbre, si fece trasportare nella chiesa di San Luca, dove, dopo avere ascoltato la messa e ricevuta la comunione, si addormentò nel Signore, il 3 marzo, giorno in cui si celebra la sua festa, forse del 570. Da questa chiesa le sue reliquie furono trasportate più tardi nella cattedrale di Benevento.
Autore: Filippo Caraffa
Fonte:
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