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Santi Massimo, Claudio, Prepedigna, Alessandro e Cuzia Martiri

Festa: 18 febbraio

I santi Massimo e Claudio, fratelli, e Prepedigna, moglie di Claudio, con i figli Alessandro e Cuzia, erano nobili romani che, sotto l’imperatore Diocleziano, furono arrestati e martirizzati tra le fiamme presso Ostia. I loro nomi sono stati espunti nella nuova edizione del Martirologio Romano pubblicata da Papa Giovanni Paolo II all’alba del terzo millennio.

Etimologia: Claudio = zoppo, dal latino


Il latercolo con il quale un tempo il Martirologio Romano ricordava questi santi proveniva da Adone, il quale, a sua volta, trasse i loro nomi dalla passio di Santa Susanna. In questo scritto si narrava che Claudio fu incaricato dall'imperatore Diocleziano di chiedere come sposa, per il proprio figlio Massimiano, sua nipote Susanna, figlia di Gabinio. Recatosi dal fratello, Claudio si convertì al cristianesimo e, sul suo esempio, abbracciarono la fede anche la moglie Prepedigna insieme con i figli Alessandro e Cuzia.
Dopo qualche tempo fu inviato da Gabinio anche Massimo, fratello di Claudio, ma anche lui abbracciò la fede cristiana. Tutta la famiglia distribuì i propri beni ai poveri ed insieme si diedero a praticare opere di carità. Non appena Diocleziano ebbe notizia di ciò, li fece arrestare tutti e li esiliò ad Ostia, dove furono bruciati vivi e le loro ceneri gettate in mare.
Questo gruppo di martiri ostiensi è rimasto presente nel Martirologio Romano alla data del 18 febbraio sino all’edizione precedente il Concilio Vaticano II (Martyrologium Romanum, Éditions Iris 2019, reperibile in Italia tramite Edizioni Piane), per poi essere rimosso nella nuova edizione pubblicata da Papa Giovanni Paolo II all’alba del terzo millennio. Così recitava il Martirologio: “Apud Ostia Tiberina sanctorum Martyrum Maximi et Claudii fratrum, et Praepedignae, uxoris Claudii, cum duobus filiis Alexandro et  Cutia; qui, cum essent praeclarissimi generis, omnes,jubente Diocletiano, tenti atque in exsilium deportati sunt, ac deinde, incendio concremati, Deo ipsi odoriferum martyrii sacrificium obtulerunt. Eorum reliquiae, in flumen projectae et a Christianis perquisitae, juxta eamdem civitatem sepultae sunt”.
La carenza di notizie sul loro conto non cancella la testimonianza di fede trasmessa da questa famiglia, la vita coniugale vissuta cristianamente, l’educazione cristiana dei figli, la disponibilità a restare fedeli a Cristo tutti insieme sino alla morte.


Autore:
Don Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2021-02-19

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