La santa Ebba oggi in questione è soprannominata “la vecchia” al fine di non confonderla con una sua omonima, che come lei fu badessa di Coldingham e fu uccisa dai danesi nell’870, detta “la giovane”. Sorella del re di Northumbria Sant’Osvaldo e di Oswy, Ebba “la Vecchia” fuggì in Scozia nel 616 alla morte di suo padre Etelfrith. Oswy tentò allora di combinarne il matrimonio con il sovrano di quel paese, ma lei preferì l’abito religioso. A suo fratello non restò che donarle un terreno, ove ella poté così edificare il monastero di Ebbchester. Trasferitasi poi a Coldingham vi fondò un doppio monastero sul modello di quello di Santa Ilda presso Whitby. Il promontorio su cui sorgeva è tutt’oggi noto come Capo Santa Ebba. Qui la santa non poté che guadagnarsi la fama di donna straordinariamente saggia, anche se dal punto di vista pratico non fu una badessa debitamente efficiente, sia a causa dell’età avanzata che del parecchio tempo trascorso in preghiera. Dopo la morte di Ebba il monastero fu colpito da un grande incendio, a detta dello storico San Beda il Venerabile causato anche dalla distrazione e dalla frivolezza dei suoi abitanti, fattore a sua volta imputabile allo scarso potere esercitato da chi di dovere. Ciò costituisce evidentemente una chiara allusione alla defunta badessa. L’avverarsi dell’incendio profetizzato comportò la scomparsa di tutte le possibili testimonianze relative al primitivo culto di Santa Ebba, anche se i testi riportati dall’Aberdeen Breviari ed i calendari di Durham e Winchcombe sembrano rivelarne un culto abbastanza tardo. Le reliquie della santa vennero rinvenute nell’XI secolo, furono ripartite tra Durham e Coldingham e conseguentemente la sua fama di propagò nei territori di confine tra Scozia ed Inghilterra. Ad Oxford una strada ed una importante chiesa portano ancor oggi il nome di Santa Ebba.
Autore: Fabio Arduino
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