Secondo la tradizione sarebbe vissuto nel secolo XIII o nel XIV, nella zona di Serravalle - Sesia, in provincia di Vercelli, facendo il calzolaio. E così è stato sempre rappresentato, nell'atto di aggiustare le scarpe, in pitture precedenti il secolo XVII, in varie chiese della regione. La devozione a questo santo, tuttavia è legata alla sua vita eremitica e penitente, non al mestiere professato. Il miracolo che manifestò a tutti la santità di Euseo si verificò l'ultimo giorno di carnevale, di un anno imprecisato, quando alcune persone mascherate, passando vicino al suo romito, si accorsero che sopra il rifugio erano fioriti tre gigli. Essendo inverno la cosa apparve strana. Avvicinatisi trovarono il corpo dell'eremita da poco morto. Il fatto suscitò commozione fra gli abitanti della zona, che provvidero alla sua sepoltura sullo stesso posto, erigendo da quasi subito una chiesa. Con il passare del tempo questa chiesa fu ampliata e altre ne sorsero a lui dedicate nei paesi dei dintorni. (Avvenire)
|
È venerato come protettore dei calzolai, il primo a parlare di lui è lo storico di Vercelli, Vercellino Bellini, che visse perlomeno tre secoli dopo il santo, le sue notizie si fondarono su tradizioni orali e su qualche documento esistente ma poi andato distrutto in un incendio.
Il culto che s. Euseo ha sempre goduto è la prova più lampante della sua esistenza, egli sarebbe vissuto nel secolo XIII o nel XIV, nella zona di Serravalle - Sesia, in provincia di Vercelli, facendo il calzolaio.
E così è stato sempre rappresentato, nell’atto di aggiustare le scarpe, in pitture precedenti il secolo XVII, esistenti in varie chiese della regione; queste pitture insieme con gli ex-voto e la partecipazione del popolo, costituivano una chiara testimonianza della sua santità, che è evidente riguarda la sua vita eremitica e penitente, non il mestiere professato.
Si ebbe un miracolo che rivelò a tutti la santa vita di Euseo, era l’ultimo giorno di carnevale, di un anno imprecisato, quando alcune persone mascherate, passando vicino al suo romito, si accorsero che sopra il tugurio erano fioriti tre gigli; giacché si era d’inverno, la cosa suscitò la meraviglia dei presenti, i quali si avvicinarono, trovando il corpo del pio eremita da poco morto.
Il fatto suscitò commozione fra gli abitanti della zona, che provvidero alla sua sepoltura sullo stesso posto, erigendo da quasi subito una chiesa. Con il passare del tempo, vista l’affluenza dei fedeli e la loro devozione, questa chiesa fu ampliata e altre ne sorsero a lui dedicate nei paesi dei dintorni.
La sua festa si celebrava l’ultimo giorno di carnevale, fu fissata poi al 15 febbraio.
Autore: Antonio Borrelli
Vissuto tra il 1200 e il 1400 in Piemonte, a Serravalle Sesia, un paese vicino a Vercelli, Euseo è un uomo molto buono che decide di dedicare la sua vita alla preghiera e al lavoro di ciabattino. Per mantenersi aggiusta e risuola le scarpe. Per stare più tranquillo, però, va via dal centro abitato. Si incammina verso la periferia, poi sale su una roccia e qui trova un rifugio. È in questo luogo che Euseo abiterà e svolgerà il suo mestiere di calzolaio. Euseo vuole stare da solo, a contatto con la natura, per essere più vicino a Dio. È un eremita, ma ogni tanto accoglie qualcuno nel suo rifugio quando si tratta di aggiustare un sandalo, una scarpa o uno stivale, sostituire una suola o cucire uno strappo. Con la sua condotta Euseo rispetta la regola monastica di vita dedita alla preghiera e al lavoro. La preghiera rivolta a Dio, alla Madonna, a Gesù, all’angelo custode, a tutti i santi e il lavoro umile svolto con le proprie mani sono, infatti, attività molto gradite dal Signore. La vita di Euseo trascorre serena e in paese già si parla di santità per questa persona semplice, mite, che prega, sta sempre da solo e si guadagna da vivere svolgendo un lavoro unicamente manuale. Un giorno accade un evento che avvalora la tesi della santità del ciabattino. L’ultimo giorno di carnevale fa molto freddo. È febbraio e siamo in pieno inverno. Gli alberi sono spogli, la neve imbianca i prati, il vento soffia gelido, il cielo è coperto da nuvole grigie. Alcune persone in maschera camminano davanti al suo eremo dove, meravigliate, vedono tre splendidi gigli appena fioriti, nonostante il freddo pungente. Entrano dentro la grotta di Euseo e lo trovano riverso a terra, morto da pochissimo tempo. I paesani subito lo acclamano santo. Gli danno sepoltura nello stesso luogo dove lo hanno trovato e fanno costruire sul posto una chiesa che, poi, attraverso gli anni, diventa un santuario, tuttora meta di continuo pellegrinaggio. I fedeli si moltiplicano: tante persone pregano Sant’Euseo e ne implorano l’aiuto. E tante sono le grazie ricevute testimoniate dai devoti. È protettore dei calzolai.
Autore: Mariella Lentini
Fonte:
|
|
|
|