FILETERO (FILOTER0) ed EUBIOTO, santi, martiri di Nicomedia.
Al 19 maggio il Martirologio Romano commemorava Filotero di Nicomedia, figlio di un proconsole, martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano. Nessuna traccia di quel martire si trova nel Martirologio Geronimiano, né in quello Siriaco del sec. IV abitualmente ben documentato sui martiri di Nicomedia. La fonte del Martirologio Romano si deve cercare piuttosto nei sinassari bizantini dove il nome di Filetero nella forma Filotero appare al 18, 19 o 20 maggio nonché al 30 dicembre. La notizia a lui ivi dedicata non è altro che un riassunto della passio favolosa dei santi Filetero ed Eubioto, scritta da pretesi testimoni oculari. Secondo il testo dei sinassari, Filetero figlio del prefetto di Nicomedia, Taziano, denunciato come cristiano, fu condotto dinanzi a Diocleziano, che allora si trovava da quelle parti. Rifiutandosi di sacrificare agli idoli fu gettato in una fornace ardente, da cui uscì miracolosamente illeso. Sottoposto a nuovo processo e a nuovi tormenti davanti a Massimiano Galerio, dopo avere assistito al martirio della sorella Teotima, di Ciriaca e di altre quattro vergini, fu inviato in esilio nel Preconneso. Durante il viaggio fece conversioni ed operò miracoli, tra i quali la guarigione di un cieco e quella di un energumeno; morì prima di giungere nel luogo del suo esilio, dopo avere ricevuto la visita di Eubioto. Era questi un prete dotato di virtù taumaturgiche che viveva in solitudine in quella regione; dopo l'incontro con Filetero si diede ad una intensa opera di evangelizzazione, presto interrotta dall'intervento delle autorità romane. Il prefetto non ottenne da lui, neppure coi supplizi, l'abiura. Gettato in prigione, fu liberato con l'avvento al trono di Costantino. Morì cinque anni dopo, il 18 dicembre. I due santi furono ricordati sempre insieme ed il loro culto si diffuse soprattutto a Cizico e nella Sigriana.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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