† Antiochia, 363
In epoca costantiniana, Gioventino e Massimino, due soldati dell'esercito di Giuliano l'Apostata, si convertono al cristianesimo e rifiutano di sacrificare agli idoli. Per questo motivo vengono arrestati e torturati, ma non ritrattano la loro fede. Infine, vengono decapitati a Tessalonica il 29 gennaio 363. La loro storia è narrata da san Giovanni Crisostomo in un panegirico, in cui li esalta come martiri coraggiosi e fedeli a Cristo.
Martirologio Romano: Ad Antiochia di Siria, oggi in Turchia, santi martiri Gioventino e Massimino, coronati dal martirio sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata.
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Due calendari siriani (giacobini), conservati nel British Museum, l'uno del secolo VII, l'altro del X ma che rappresenta una tradizione pressapoco contemporanea al primo, commemorano al 29 kanun II (gennaio) il gruppo Gioventino, Massimino e Longino, gentili (cioè della schola gentilium).
In un inno del patriarca Severo di Antiochia (il 153), che ha proprio come titolo la notizia dei due calendari citati, Massimino è nominato dopo Longino e anche qui si trova la qualifica di «gentili».
Il Peeters pensa che tanto i due calendari quanto l’Inno di Severo dipendano da un più antico documento agiografico.
Bisogna notare che nei calendari citati la festa di Babila è ricordata al 25 o al 23 gennaio (data tradizionale per questa festa che già il Martirologio Siriaco del secolo IV aveva al 24 gennaio). Questo particolare è importante perché ci assicura sulla data di commemorazione dei nostri martiri. San Giovanni Crisostomo, di cui abbiamo un panegirico in loro onore ricorda, infatti, all’inizio del discorso, che pochi giorni prima la comunità cristiana si era riunita per celebrare la festa di san Babila. Quindi il 29 gennaio sembra veramente la data autentica della festa di Gioventino e Massimino.
Non si capisce bene dunque perché i sinassari bizantini abbiano introdotto la loro commemorazione al 9 ottobre.
Il Martirologio Romano li ricorda, in forma cronologicamente più esatta, il 25 gennaio. La menzione dei due martiri appare per la prima volta in Occidente nel Martirologio del Molano, il quale scelse il 25 gennaio per la semplice ragione che nella traduzione delle opere di Giovanni Crisostomo a lui utilizzata, il suddetto era diventato eri. E siccome la festa di san Babila era stata introdotta (secondo il Geronimiano) al 24, il Molan collocò Gioventino e Massimino il giorno dopo.
Il panegirico di san Giovanni Crisostomo, con la Storia Ecclesiastica di Teodoreto (III, 15) hanno riportato alcuni particolari del martirio dei due soldati dell’esercito di Giuliano, decapitati, secondo ogni verosimiglianza, all’inizio del 363 ad Antiochia dove erano stati messi in prigione dopo la confisca dei loro beni. I cristiani di Antiochia avevano potuto ricuperarne i corpi e, dopo la morte di Giuliano, edificarono loro un monumento commemorativo.
A quest’ultima fonte però è sconosciuto il martire Longino associato a Gioventino e Massimino nelle fonti siriache citate.
Il nuovo Martirologio Romano ne pone la data di culto al 29 gennaio.
Autore: Joseph-Marie Sauget
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