Leontina Sotgiu nacque a Sassari il 13 gennaio 1882 da Giuseppe e Gavina Pintus, lui Maresciallo di Finanza, nativo di Tonara (NU) e lei di Sassari; è seconda di tredici figli. Venne battezzata il 2 febbraio 1882 e fece la sua Prima Comunione verso i 12 anni.
Sui 15 anni, a causa della ricerca di lavoro, la famiglia dovette emigrare a Marsiglia, ma ben presto dovette rientrare a Sassari, più povera di prima, in questo contesto Leontina continuò la solita attività: la mamma era sarta e lei la aiutava. A 18 anni, il 15 agosto, fece voto di verginità col permesso del confessore. Allora iniziarono ad avvenire in lei manifestazioni spirituali sempre più frequenti e difficili da capire: si affidò allora a Padre Sanna nella direzione spirituale e ad Angela Marongiu, fondatrice, insieme al Servo di Dio padre Giovanni Manzella, della Congregazione delle suore del Getsemani (Manzelliane).
Nel 1916, durante la vigilia della festa della Santa Croce, le apparve Gesù, il quale le impresse stimmate invisibili. Lei stessa aveva chiesto che fossero invisibili, ma qualche traccia di sangue appariva spesso sulle vesti interne, che lei subito cercava di far scomparire.
Madre Angela Marongiu assisté a quelle sofferenze e ne diede una chiara descrizione: consistevano nella varie pene sofferte da Gesù durante la sua passione. L’ideale di Leontina era quello di entrare a far parte delle Suore del Getsemani, ma Padre Manzella le permise solo di fare i voti religiosi privatamente, mentre continuava a vivere in famiglia.
Due anni dopo, nel 1930, Mons. Pirastru (già in precedenza conoscente di Leontina) fu eletto vescovo di Iglesias. Egli aveva bisogno di aiuto, dato che la sua mamma era anziana. Allora Leontina, insieme a sua sorella Maria, accudì alle faccende domestiche dell’episcopato: portineria, guardaroba, giardino, faccende casalinghe di ogni tipo, specialmente la pulizia della casa. Nell’episcopato erano in cinque persone: il Vescovo, il suo segretario Don Muroni, la mamma anziana, Maria, Leontina. Formavano una vera comunità di preghiera e di vita comune, tanto che il vescovo la denominò molto presto "Betania".
Per 27 anni ella continuò la sua vita spirituale di immolazione per i peccatori, per i sacerdoti immorali, per le anime del purgatorio, per i bisogni spirituali di tante persone che il vescovo raccomandava alle preghiere di quella piccola comunità.
Morì il 28 settembre 1957.
Il vescovo, Mons. Pirastru raccolse tutti i documenti che la riguardavano in vista di un futuro Processo canonico: otto tomi di lettere e due volumi di relazione spirituale, scritti per ordine del confessore.
Autore: Antonio Perra
|