Santi GIORGIO, AURELIO, FELICE, NATALIA (SABIGOTO) E LILIOSA, Martiri di Cordova
Aurelio, nato a Cordova, in Spagna, da madre cristiana e da padre maomettano, rimase orfano in tenera età e fu educato da una zia cristiana, che gli diede una solida formazione religiosa.
Sposò Sabigoto (conosciuta dopo col nome di Natalia), lei pure cristiana; essi vivevano da cristiani, ma senza farsi conoscere come tali dai musulmani. Aurelio, essendo stato un giorno testimone dell’intrepidezza e serenità di Giovanni, confessore di Cristo in mezzo agli insulti ed ai tormenti, ne fu così colpito, che si propose, insieme con Sabigoto, di vivere in continua preghiera e penitenza. Le visite che facevano in carcere ai futuri martiri Giovanni, Eulogio, Flora e Maria, accesero in loro il desiderio del martirio, che diventava ogni giorno più forte. C’era soltanto un impedimento: le loro figliole, di cinque e otto anni, che, se private dei genitori, sarebbero diventate musulmane, come tutti i parenti.
Seguendo i consigli di s. Eulogio, portarono le figlie al vicino monastero Tabanense, mettendole sotto le cure di Isabella, vedova del martire Geremia, alla quale lasciarono denaro sufficiente al loro mantenimento. Partecipe degli stessi ideali di martirio, era un’altra coppia di cristiani, Felice e Liliosa, figli tutti e due di genitori mori di razza, ma cristiani di religione. Al gruppo si aggiunse presto un diacono, Giorgio, monaco di S. Saba (Gerusalemme), che dall’Africa, dove era andato in cerca di elemosine per il suo monastero, era passato in Spagna; prima di partire per la Francia si recò da Sabigoto che, appena lo vide, gli disse di essere proprio lui il monaco che in una visione le era stato promesso quale compagno di martirio. Sentito ciò Giorgio fu preso dal desiderio di dare la vita per la fede. Per ottenere la condanna, i cinque decisero che le due donne andassero in chiesa a faccia scoperta facendosi Così riconoscere come cristiane. Denunziati al giudice, mentre Aurelio, Sabigoto, Felice e Liliosa furono condannati a morte come rinnegati, Giorgio venne rilasciato, perché straniero, ma non volendo perdere la corona del martirio, insultò Maometto e fu decapitato insieme coi quattro amici il 27 luglio 852.
I cristiani portarono i loro corpi in diverse chiese e monasteri: i ss. Giorgio ed Aurelio ricevettero sepoltura nel monastero de la Pena de Meil; Felice, in quello di S. Cristoforo; Sabigoto, nella chiesa dei SS. Fausto, Gennaro e Marziale, poi chiamata di S. Pietro; Liliosa, nella chiesa di S. Genesio.
Usuardo nel suo viaggio in Spagna (858) prese con sé le reliquie dei santi Aurelio e Giorgio, che portò nel monastero parigino di Saint-Germain-des-Prés, e la commemorazione di questa traslazione è celebrata il 20 ottobre.
Sono festeggiati il 27 luglio.
Autore: Manuel Sotomayor
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