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San Marolo di Milano Vescovo
Festa:
23 aprile
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† Milano, 423
Quattordicesimo vescovo di Milano, uomo di eccelsa virtù e probabile origine orientale, resse la diocesi dal 408 al 423. Ennodio, poeta e diacono milanese, narra che Marolo, il cui nome evoca il mare, nacque in Babilonia, terra bagnata dal Tigri e illuminata dal Vangelo, per poi migrare ad Antiochia, Roma e infine Milano, dove la sua fama di uomo colto e zelante lo precedeva. Ennodio lo descrive come vescovo attento e infaticabile, dedito al digiuno e alla penitenza per intercedere per il suo popolo, ardente di zelo missionario e provvido verso i poveri, tanto da essere amato per la sua carità verso le vittime delle invasioni visigote. Le sue spoglie riposano nella basilica di San Nazaro.
Martirologio Romano: A Milano, san Marólo, vescovo, che fu amico del papa Innocenzo I.
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Il 23 aprile la Chiesa ambrosiana celebra la memoria di San Marolo, quattordicesimo vescovo di Milano, la cui figura si staglia nel panorama del V secolo come esempio di erudizione e santità.
Le sue origini orientali sono avvolte nel mistero, come suggerisce il nome stesso, che rimanda ad un'etimologia marina ("uno che viene dal mare" o "abitante sulla costa"). Ennodio, diacono milanese e poi vescovo di Pavia, nella sua Vita di San Marolo, lo descrive come nativo della regione di Babilonia, terra "baciata dal Tigri" e "illuminata" tra le prime dal Vangelo e dal sangue dei martiri.
Forse proprio per sfuggire alle persecuzioni di Sapore II, Marolo si rifugiò ad Antiochia di Siria e, in seguito, a Roma, dove strinse amicizia con papa Innocenzo I. La fama di uomo colto e zelante lo precedette a Milano, dove venne consacrato vescovo nel 408.
Ennodio tratteggia un vivido ritratto del suo episcopato, sottolineando l'attenzione di Marolo alla sua missione pastorale, il suo impegno indefesso, la dedizione al digiuno e alle penitenze come strumenti di intercessione per il suo popolo. Il suo zelo apostolico si univa ad una profonda carità verso i poveri, tanto che Ennodio afferma: "fu ardente nel suo provvedere ai poveri".
Le sue opere di carità si rivelarono provvidenziali in un periodo segnato dalle invasioni barbariche, in particolare quella dei Visigoti. A testimonianza della sua sollecitudine verso i più deboli, Marolo promosse la costruzione di un xenodochio, un luogo di accoglienza per i bisognosi.
Dopo la sua morte nel 423, il corpo di San Marolo venne inumato nella basilica di San Nazaro in Milano, dove ancora oggi riposa. La sua memoria è custodita dalla Chiesa ambrosiana, che lo venera come modello di vescovo erudito e santo, capace di coniugare la dottrina con la carità, l'amore per la cultura con la dedizione al suo popolo.
Autore: Franco Dieghi
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