m. 314
(Papa dal 02/07/311 al 11/01/314)
Africano di origine, Milziade o Melchiade è il Papa testimone della battaglia di Ponte Milvio che vede la vittoria di Costantino su Massenzio nel 312, cioè della croce sulle persecuzioni contro i cristiani. Si adopera per riorganizzare la Chiesa e i luoghi di culto, ma muore nel 314.
Martirologio Romano: A Roma nel cimitero di Callisto sulla via Appia, san Milziade, papa: originario dell’Africa, sperimentò la pace resa alla Chiesa dall’imperatore Costantino e, sebbene fortemente osteggiato dai Donatisti, si adoperò saggiamente per la riconciliazione.
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La revisione liturgica ne ha limitato la memoria ai soli calendari particolari, perché certamente non fu Martire. Ma dato che nessun altro Santo lo ha sostituito in questo giorno, possiamo ancora ricordare quel Papa sotto il quale la Croce, fino allora segno di infamia, divenne simbolo di gloria e auspicio di vittoria, sui labari imperiali di Costantino.
Non si tratta, come si può pensare, del Papa San Silvestro, sotto H cui lungo pontificato fu coronato quello che si chiama " il trionfo del Cristianesimo ", e l'Imperatore Costantino, prossimo alla morte, ricevette il Battesimo. Lo straordinario passaggio dall'età delle persecuzioni a quella della protezione, dall'atmosfera di sospetto a quella di rispetto verso i Cristiani, avvenne sotto il Papa oggi festeggiato, San Milziade, o Melchiade.
Della sua vita non si sa quasi nulla, prima del pontificato. Era di origine africana, e dovette trovarsi a Roma sul finire della sanguinosa persecuzione di Diocleziano. Fu poi testimone dell'ambigua condotta nei confronti dei cristiani, dell'Imperatore Massenzio, il quale, per sedare le discordie della Chiesa romana, esiliò tanto il Papa Eusebio, quanto un antipapa, Eraclio, esponente di un gruppo di apostati mal pentiti.
Eusebio morii poco dopo, nel 310. Il nuovo Papa, che fu Milziade, venne eletto però solo un anno più tardi. In quell'anno era accaduto infatti un avvenimento importante. Galerio aveva emesso un Editto di tolleranza religiosa, che venne poi sottoscritto dagli " Augusti " Licinio e Costantino. Massenzio non aveva firmato quell'Editto, ma seguì lo stesso, nei confronti dei cristiani, la politica di benevolenza dei suoi avversari. Non volle pregiudicarsi il favore dei sudditi, riell'imminenza della contesa politica.
Il neo-eletto Milziade, si valse di questa mutata politica per riorganizzare energicamente la Chiesa. Per prima cosa riottenne i beni dei cristiani di Roma confiscati durante le persecuzioni. Poi inviò i suoi Diaconi a riprendere possesso dei luoghi di culto, cioè degli antichi tituli.
Dopo la battaglia di Ponte Milvio, sconfitto Massenzio, Costantino entrò in Roma innalzando il segno della Croce. Il Papa, allora, sfruttò ancora meglio in favore dei fedeli, le ottime disposizioni dell'Imperatore vittorioso. Costantino infatti non si limitò a restituire i beni della Chiesa: stabilì che l'erario contribuisse ai bisogni del culto. Non si contentò di reintegrare i cristiani nelle modeste dimore dove avvenivano le riunioni sacre: volle che fossero costruite nuove e grandiose basiliche. La prima ad essere iniziata fu quella detta Lateranense, che è restata la Cattedrale di Roma; e nel Laterano, in un palazzo di proprietà del fisco imperiale, Costantino ospitò il Santo Vescovo di Roma.
Il pontificato di San Milziade o Melchiade fu breve. Col 314, le opere da lui fervidamente iniziate vennero proseguite da San Silvestro. Ma tre anni di governo della Chiesa bastarono a fargli meritare l'elogio di Sant'Agostino: " Vero figlio della pace e vero padre per i cristiani ".
Stranamente però, questo " figlio della pace ", primo Papa dell'età costantiniana del " trionfo del Cristianesimo ", ricevette il titolo onorifico di Martire, forse per essere stato sepolto nelle Catacombe.
Fonte:
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Archivio Parrocchia
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