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Madre Ortensia Gelinski Fondatrice

Festa: Testimoni

Troyes, Francia, 4 febbraio 1804 - Digne, Francia, 24 gennaio 1874


Ortensia Gelinski nacque a Troyes (Francia) il 4 febbraio 1804 in una nobile famiglia, da cui ricevette una solida istruzione e una profonda formazione cristiana. Nei suoi ricordi scrisse: “Fin da piccola mi piaceva pregare e desideravo consacrarmi al servizio del Signore”. Ancora giovane si trasferì con la famiglia a Digne, nelle Basse Alpi francesi, dove conobbe una realtà sociale molto povera. Mossa a compassione per lo stato miserevole in cui vivevano in città numerose bambine orfane, sentì il dovere cristiano di fare quanto era in suo potere. Si stabilì pertanto definitivamente a Digne, in un paese il cui clima non era certo favorevole, e lavorò cinque anni per fondare un asilo, dedicandovi le proprie sostanze e tutta se stessa. Divenne in poco tempo la Madre e la serva delle orfanelle. Per rispondere alle crescenti necessità finanziarie non si fece scrupolo di vendere la biblioteca, l’argenteria e i gioielli, con vero amore materno sacrificò anche l’eredità della madre e della zia. Si interessava dell’educazione e della formazione di quelle giovani, ma anche di aspetti molto pratici, come la loro igiene personale. All’occorrenza era anche infermiera. Nel 1841, per assicurare continuità all’opera, diede vita ad una congregazione religiosa: le Suore di San Martino. Ne divenne superiora, ma in realtà rimase la “tutto fare”. Conquistava i cuori, la sua bontà era a tratti soprannaturale e si cominciò a chiamarla “Madre San Vincenzo de’ Paoli”.
Accettò prima le bambine, poi accolse i loro fratelli, dando vita a sezioni per ambo i sessi. In poco ne accolse oltre cento. Sosteneva le ragazze perché contraessero un buon matrimonio, mentre aiutò i ragazzi a formarsi con lo studio o per un lavoro. Seguiva gli uni e le altre anche dopo la loro uscita dall’istituto. Divennero operai, marinai, soldati e anche preti.
Diresse la congregazione per trenta anni, lasciando una grande eredità di fede e uno spirito di famiglia. Il suo motto fu “la perfezione delle cose ordinarie”. Amava ripetere “Mie care figlie ringraziamo il Signore d’averci chiamato a servizio nelle persone dei fanciulli”. Davanti alle grazie della Provvidenza amava dire: “Come è bello abbandonarsi unicamente, senza riserva e per sempre ai voleri della Divina Provvidenza”, “Nel mondo sono sempre felici soltanto coloro che conservano la pace del cuore nelle avversità. Le prove e le contraddizioni si mettono ai piedi della Croce, e la Croce è la porta del cielo”. Grande amore ebbe per la Madonna che dolcemente chiamava “la mia Buona Madre”.
Madre Ortensia fu anche scrittrice. Compose: un “Nuovo Formulario di preghiere a uso delle case di educazione e di tutte le persone pie” (edizioni del 1852, 1856, 1858), il “Mese di maggio consacrato alla Santa Vergine, Madre di Dio” (1853), il “Mese di maggio consacrato a Maria” (1854), il “Mese di Maria delle Famiglie” (1866). Scrisse inoltre la biografia di sua madre Louise Jacquette Bérnanen, vedova Gelinski (1857) e pubblicò uno studio tecnico del padre, geometra e capo del dipartimento delle Basse Alpi, dedicandolo al papa Pio IX.
Madre San Vincenzo de’ Paoli morì a Digne il 24 gennaio 1874.
La congregazione si sviluppò in Francia e in Italia (menzioniamo il S. Anna di Ventimiglia), ma in Francia l’istituto fu colpito dalle leggi anticlericali. Nel 1928 lo storico Hubert Amielh pubblicò una biografia di Ortensia Gelinski. Nel 1993 la Congregazione delle Suore di San Martino è confluita nelle Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret, continuando a servire il prossimo nel medesimo carisma.

PREGHIERA
Signore Gesù, cui tutte le azioni sulla terra furono altrettanti atti di amore, degnatevi, ve ne preghiamo, di glorificare la vostra serva fedele Madre San Vincenzo de’ Paoli che, secondo il vostro esempio, visse una vita di carità, di pazienza e di umiltà. Vogliate accordarci, per sua intercessione, le grazie che umilmente vi sollecitiamo o quella che voi giudicherete sia più necessaria al bene dell’anima nostra. Fate che, dopo aver imitato le sue virtù, abbiamo la gioia di essere un giorno presso di Voi in cielo, amen.


Autore:
Daniele Bolognini

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Aggiunto/modificato il 2012-08-20

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