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Santi Nicasio, Quirino, Scubicolo e Pienza Martiri

Festa: 11 ottobre

Martirologio Romano: Nel territorio del Vexin nella Gallia lugdunense, ora in Francia, commemorazione dei santi Nicasio, Quirino, SubĂ­colo e Pienza, martiri.


Santi NICASIO (fr. Nicaise), vescovo di Rouen (?), Quirino (fr. Quirin), Subicolo (fr. Scuvicule) e Pienza (fr. Pience), martiri (?)

Nicasio (e probabilmente Quirino e Subicolo) appartengono al Vexin normanno e sono onorati nella regione di Rouen, specialmente a Saint-Clair-sur-Epte. Si tratta di santi "sconosciuti" per lo storico, ma non "immaginari": le reliquie di Nicasio e di Quirino, infatti, sono state onorate per troppo tempo perché si possa mettere in dubbio l'esistenza di questi personaggi. Tuttavia gli episodi della loro vita e del loro martirio hanno un carattere totalmente leggendario, poiché nulla ne prova l'autenticità; per contro, si può chiaramente determinare come tale leggenda sia nata.
Nell'872 Riculfo, arcivescovo di Rouen, effettuava la ricognizione delle reliquie dei "martiri" Nicasio, Quirino e Subicolo contemporaneamente a quella delle reliquie di sant'Audoeno. Nell'875, Usuardo pubblicava il suo Martirologio e iscriveva il gruppo all’11 ottobre: «Nel Vexin, san Nicasio, prete, e i suoi compagni Quirino e Pienza». Da notare l’assenza di Subicolo, la presenza di Pienza e la qualifica di «prete» data a Nicasio: non viene detto, tuttavia, che essi fossero martiri.
Nel secolo XI, a Rouen, un monaco dell’abbazia di sant'Audoeno inventava per questi santi un curriculum vitae del tutto immaginario, ricalcando, peraltro, il suo racconto sulla trama della passio di san Dionigi e dei suoi compagni. Nicasio, presentato come discepolo di san Dionigi, viene detto vescovo di Rouen; mandato in Gallia dal papa san Clemente alla fine del I secolo egli sarebbe stato incaricato da san Dionigi dell’evangelizzazione della regione normanna. Quirino e Subicolo sostituiscono esattamente, come prete e come diacono, i compagni di san Dionigi, Rustico ed Eleuterio. Anche il loro martirio è posto sotto Domiziano, pochissimo tempo dopo quello di san Dionigi e nelle medesime circostanze (i martiri, decapitati, avrebbero preso la propria testa tra le mani per recarsi al luogo di sepoltura, là dove sarebbero state venerate le reliquie). Pienza, che non compare nella passio, è stata aggiunta al gruppo da Usuardo.
Questa leggenda ebbe immenso successo ed è all’origine dell’estensione, tardiva, ma assai importante, del culto di Nicasio e dei suoi compagni.
Nel IX e X secolo, i cataloghi di Rouen ignorano del tutto questo vescovo; si può però determinare con precisione il momento in cui vi appare, e cioè durante l’arcivescovato di Guglielmo Bonne-Ame (1079-1110). In quella data, infatti, le liste appaiono volontariamente interpolate e Nicasio viene nominato come evangelizzatore e primo vescovo di Rouen. Al di fuori dell’antica venerazione dei cristiani del Vexin per le reliquie di Nicasio e Quirino (che li indusse a trasportarle piuttosto lontano per preservarle dalle profanazioni durante le invasioni) e al di fuori della menzione del Martirologio di Usuardo (875) la festa di Nicasio non era nota prima del secolo XII.
Nel XIII secolo, per contro, essa era osservata in tutte le diocesi della provincia di Rouen e dintorni (Avranches, Bayeux, Chartres, Beauvais, Coutances, Évreux, Lisieux e Séez). Nell’abbazia di sant'Audoeno assume una particolare solennità: è celebrata l’11 ottobre con ottavario; la festa della traslazione è celebrata il 12 dicembre. Più tardi il culto di Nicasio doveva passare in Inghilterra, poi in Italia; lo si ritrova infine nella diocesi di Liegi (Belgio) perché le reliquie di Nicasio furono deposte per qualche tempo a Malmédy. Nel Martirologio Romano Nicasio è iscritto con i suoi supposti compagni all’11 ottobre.

Autore: René Wasselynck

ICONOGRAFIA
Santo "cefaloforo", così come altri martiri francesi, Nicasio è iconograficamente confondibile, in modo particolare, con l'omonimo vescovo di Reims, anche perché, come quest'ultimo, spesso reca in mano non l'intero capo, ma solamente la calotta cranica ricoperta dalla mitra vescovile. Sono comunque sicuramente rappresentazioni sue la trecentesca statua in pietra conservata nella collegiata d'Ecoius, la statua cinquecentesca della chiesa di Gasny e specialmente la vetrata trecentesca della chiesa di St-Ouen di Rouen che descrive episodi della sua vita: la sua predicazione, l'uccisione di un dragone con il segno della croce, il suo martirio a Gasny con i compagni Quirino e Subicolo.

Autore: Angelo Maria Raggi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2018-09-24

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