† 250
Santa Secondina, originaria di Anagni, si convertì al cristianesimo e ricevette il battesimo per mano del vescovo San Magno martire. Non tardò ad abbattersi anche su di lei la furia della persecuzione anticristiana indetta dall’imperatore Decio. Il suo corpo riposa nella cattedrale di Anagni, nell’altare di sinistra.
Martirologio Romano: Ad Anagni nel Lazio, santa Secondina, vergine e martire.
|
Secondina visse nel III secolo ad Anagni e si convertì al Cristianesimo grazie alla predicazione di S. Magno, vescovo di Trani, città da cui il presule dovette fuggire per le persecuzioni anticristiane. Apostolo anche nel frusinate, battezzò santa Secondina e la giovane fu a sua volta d’esempio a numerosi suoi concittadini che come lei si convertirono. Nonostante la giovane età, testimoniò il suo credo fino al martirio che subì, come dispose il prefetto Valeriano, durante la terribile persecuzione indetta dall’Imperatore Decio. I cristiani del paese la seppellirono di notte nel borgo Serapi e la casa in cui visse diventò per molti secoli luogo di preghiera.
Nel 1104 venne ultimata la costruzione della Cattedrale di Anagni, iniziata nel 1062 dal vescovo Pietro di Salerno. Dagli Acta Sancti Magni (risalenti al XII secolo) sappiamo che il vescovo depose le reliquie di San Magno nell’altare maggiore, quelle di Secondina, con Aurelia e Neomisia - sorelle armene vissute nel IX secolo e morte nei pressi di Anagni - nell’altare di sinistra. Nell’altare di destra furono poste altre reliquie.
La cripta della cattedrale ha una serie mirabile di affreschi, alcuni dei quali illustrano la cattura, il processo, la conversione dei carcerieri ad opera di S. Secondina, il rifiuto a sacrificare agli dei, il martirio, l’elevazione della sua anima al cielo, la traslazione del corpo e la sepoltura della giovane martire di Anagni.
Autore: Daniele Bolognini
|