647 c. - Dusseldorf, Germania, 1 marzo 713
L'evangelizzatore della Frisia (una Regione che si colloca tra Paesi Bassi e Germania), delle Fiandre e del Lussemburgo, il missionario san Villibrordo, nella sua opera fu sostenuto da undici compagni, tra i quali c'era anche Suitberto, monaco della Northumbria. Anch'egli, intorno al 690, andò in Frisia e predicò con successo nel Brabante, Gelderland e Kleve. Nel 693 fu inviato in Inghilterra per ricevere la consacrazione episcopale da san Vilfrido nella Mercia. Dalla Frisia, poi, spostò la sua attività nella Westfalia del Sud. Ma dopo l'invasione della regione da parte dei pagani sassoni, Suitberto si ritirò nel territorio dei Franchi. Il re Pipino e sua moglie Plectudre gli donarono l'isola di Kaiserswerth vicino Düsseldorf dove fondò un monastero, morendovi il 1 marzo dell'anno 713. (Avvenire)
Martirologio Romano: Sull’isola di Kaiserswerth sul Reno in Sassonia, in Germania, san Suitberto, vescovo, che, dapprima monaco nella Northumbria, in Inghilterra, divenuto poi compagno di san Villibrordo e ordinato vescovo da san Vilfredo, annunciò il Vangelo ai Bátavi, ai Frisoni e ad altri popoli della Germania e morì piamente in un cenobio da lui fondato in età già avanzata.
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S. Willibrord vescovo missionario, aveva con sé, compagni nell’apostolato, dodici monaci fra cui Suitberto, monaco della Northumbria, essi nel 690 andarono in Frisia (fra Germania e Olanda) e lì si divisero fra le varie zone.
Suitberto predicò con successo nel Brabante, Gelderland e Kleve; nel 693 fu inviato in Inghilterra per ricevere la consacrazione vescovile dalle mani di s. Vilfrido nella Mercia.
Lasciò ben presto la Frisia per diventare “l’apostolo dei Brukterer” nella Vestfalia del Sud; ma poi questa regione venne invasa dai pagani sassoni e Suitberto si ritirò nel territorio dei Franchi.
Il re Pipino e sua moglie Plectudre gli donarono l’isola di Kaiserswerth vicino Dusseldorf ove fondò un monastero, morendovi il 1° marzo 713.
Le sue reliquie nel 1626 furono trovate in un reliquiario d’argento a Kaiserswerth dove sono tuttora venerate.
Il suo nome è ricordato nel Calendario di Willibrord.
Autore: Antonio Borrelli
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