Santa Viola Vergine e martire

Festa: 3 maggio

Verona, primi secoli

Sulla figura di Santa Viola, vergine e martire di Verona, c'è scarsità di notizie storiche, emerge dalle pagine del "Catalogus Sanctorum Italiae" di Filippo Ferrari, ove si narra del suo culto nella città scaligera. La mancanza di dati certi alimenta il dubbio sulla sua stessa esistenza, forse frutto di un'agiografia leggendaria proliferata durante il fervore religioso del Medioevo. Tuttavia, la devozione verso Santa Viola rimane viva, testimoniata dalla Fiera annuale a lei dedicata e dalle chiese erette in suo onore, come quella di Cerro Veronese. La sua storia, pur sfuggente, ci invita a riflettere sulla complessa tradizione dei santi martiri e sul ruolo del culto religioso nella vita delle comunità locali. Un alone di mistero avvolge la figura di Santa Viola, santa venerata a Verona ma di cui si sa ben poco. Le uniche informazioni provengono da un antico libro di agiografia, il "Catalogus Sanctorum Italiae", che la descrive come vergine e martire. La mancanza di altre fonti storiche rende incerta la sua stessa esistenza, alimentando il dubbio che sia frutto di leggende popolari.

Per quanto sia un nome molto usato anche nelle sue varianti Violetta, Iole, della santa che porta il nome di Viola si sa ben poco.
Essa è citata da un antico studioso di agiografia Filippo Ferrari, il quale nel suo volume “Catalogus Sanctorum Italiae” edito a Milano nel 1613, dice di aver letto nelle ‘tavole’ della Chiesa veronese, questo nome di vergine e martire di quella città.
Mancano completamente altri dati, per cui è possibile dubitare anche della sua reale esistenza. È risaputo che nel corso dei secoli, il culto verso i santi martiri ebbe varie impennate, con trasferimenti delle reliquie dalle catacombe alle chiese e luoghi religiosi di tutta Europa; lì dove giunsero s’instaurò ben presto un culto locale più o meno intenso, con proclamazione del loro celeste patronato sulle località e spesso nello scrivere la ‘Vita’, mancando di notizie attendibili, si giungeva anche a riconoscere il martire o la martire come originari della zona.
Nulla toglie al valore del loro martirio, anche se per molti le notizie pervenute fino a noi sono in parte leggendarie o non comprovate, del resto l’Italia è piena di queste devozioni, che in alcune zone assumono il grado della solennità, coinvolgendo nelle celebrazioni liturgiche e patronali l’intera comunità locale.
La celebrazione di s. Viola martire di Verona è al 3 maggio, bisogna comunque dire che l’attuale ‘Martyrologium Romanum’ non ne fa menzione; nella provincia veronese c’è una annuale ‘Fiera di santa Viola’ e probabilmente qualche chiesa a lei dedicata, di cui una in località Cerro Veronese (Lessinia).

Il nome Viola ha una discreta diffusione, oltre che per la devozione verso l’omonima santa veronese, anche per la sua derivazione Violetta, che Giuseppe Verdi inserì come nome della protagonista dell’opera lirica “La Traviata”, che come è noto fu ispirata al romanzo di Dumas “La signora delle camelie” e la cui protagonista porta invece il nome di Margherita.

Autore: Antonio Borrelli