Miguel Goñi è nato a Imarcoain, provincia di Navarra, Spagna, il 27 aprile 1902. A sua madre non ha mai nascosto il suo desiderio di andare al seminario. Il passaggio di due Redentoristi nella loro città natale ha accresciuto il suo interesse per la vita sacerdotale, ed entra nel 1913 nel Jovenado de El Espino per fare gli studi medi. I Redentoristi aprono una nuova scuola apostolica a Cuenca, il Collegio di San Paolo, e lì si trasferisce il giovane Miguel nel 1915. Professa come religioso della Congregazione del Santissimo Redentore il 26 agosto 1920, insieme al suo compagno P. Julián Pozo. Dopo gli studi di filosofia e teologia ad Astorga (León) viene ordinato sacerdote nel 1925.
A quanto pare, la sua salute non era forte, ma ha predicato diverse missioni popolari in Cantabria, Andalusia e Galizia. Ha avuto diverse residenze: Nava del Rey, Granada, Santander e Vigo. Problemi al petto lo obbligano a riposare a Nava del Rey, dove è stato assegnato nel 1932. Poco tempo torna nel bacino della sua gioventù. La sua attività si svolge essenzialmente nella chiesa Redentorista di San Filippo Neri, dove celebra l'eucaristia e si occupa del ministero della riconciliazione.
Sappiamo già che nel maggio del 1936 fu perseguitato per le strade di Cuenca da un gruppo di miliziani esaltati desiderosi di attaccare qualsiasi religioso. Dieci giorni dopo aver lasciato il convento di San Felipe, il P. Miguel Goñi è stato arrestato con il P. Ciriaco Olarte. Il P. Retana racconta nella cronaca del suo martirio (non possiamo verificarne il grado di veridicità) che gridarono "Viva Cristo Re! Viva Sant'Alfonso! ” e che, inoltre, il P. Miguel si è strisciato fino al P. Ciriaco - che viveva anche dopo gli spari - per potersi consolare, incoraggiare e confessare insieme, prima di dare la vita al Redentore, il 31 agosto 1936. Secondo alcune fonti, è morto dissanguato vivo per due ore di agonia, senza che nessuno lo assistesse.
Il cadavere di padre Goñi presentava il cranio e lo sterno frantumato, una spalla affondata e segni di un'agonia prolungata. Il suo unico crimine è stato quello di essere religioso, sacerdote e missionario dell'Autore della Vita.
È stato Beatificato durante il pontificato di Papa Francesco, dal cardinale Angelo Amato SDB, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi e delegato papale, alla cerimonia di beatificazione dei 522 martiri del XX secolo presso il Complesso Educativo di Tarragona, il 13 ottobre 2013.
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