Severino è nato il 5 novembre 1907 a Fuencaliente de Lucio, provincia e diocesi di Burgos, con il nome di Severino Ruiz Hidalgo. I suoi genitori si chiamavano Feliciano e Jacinta. Il Signore ha concesso loro una famiglia di sette figli, quattro maschi. Alcuni seguono il cammino della vita religiosa. La madre a giudicare dalle testimonianze era molto prudente e riservata. Su Severino ci sono fatti che avrebbero dovuto attirare così tanto l'attenzione che solo così si spiega quello che si ricorda e si testimonia davanti ai tribunali ecclesiastici, uno di questi è quello raccolto nel Processo: "Molte notti, mentre andavo a letto, quando pregavo le tre Ave Maria alla Vergine ai piedi del letto, si illuminava la stanza con una luce forte e meravigliosa. Questo l'ha detto più volte in silenzio a sua madre e lei al padre. La madre gli diceva di non ascoltare, che avrebbe sognato; ma il bambino gli rispondeva che era ben sveglio e in ginocchio”. Durante i tre lunghi anni di servizio militare trascorsi in Africa, l'idea di diventare religioso è maturata e così lo comunica con lettera a suo padre, poco prima di laurearsi. "Non dimenticare padre che in me continua l'idea di essere come i miei fratelli, religioso marista". Il padre in questa lettera vede che Severino, già maggiorenne, ha riflettuto e preso una decisione seria... e non tarda a dargli il suo permesso. Coloro che lo hanno conosciuto nella sua vita religiosa dicono che "è stato un tesoro in ogni situazione e lavoro che ha svolto. La sua profonda e sincera religiosità, accompagnata dalla giovialità e dal carattere felice, lo hanno fatto amare da tutti. Al suo fianco non c'erano tristezza”. Severino si "abituò a obbedire e a prestarsi a ciò che desideravano i suoi superiori a ciò che aggiungeva la disposizione di aiuto ai suoi coerenti". "La figura del prefetto piaceva a Severino; era felice con i seminaristi e loro si sentivano al sicuro accanto a lui. Sono diversi i testimoni che forniscono dettagli della sua presenza di spirito e del suo coraggio, nelle situazioni rischiose che ha dovuto affrontare. Dice uno dei compagni di odissea: la gioia si manifestava nelle sue parole. A pochi passi dalla morte era nota la sua pace. "Morire per Cristo era il suo desiderio più ardente e il Signore gliel'ha esaudito". Prima di morire, quando viene ordinato a lui e al fratello José Teofilo: “Tu e tu in questa macchina; e voi in quella. ” Si guardarono tranquilli e si dissero: “Fin lassù; ci uccideranno. Arrivederci al cielo! ” Fratello Severino insieme a fratello José Teofilo scendono dall'auto come gli ordina, camminano per un tratto e i miliziani ad un ordine sparano su di loro e cadono feriti al grido di "Viva Cristo Re". Era nel territorio della Palma di Cervelló, il 1° agosto del 1936. La loro beatificazione è stata celebrata il 13 ottobre 2013 sotto il pontificato di Papa Francesco.
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