Cecilio Gómez Gutiérrez, nacque il 22 novembre 1878 a Villamorón (Burgos) da genitori profondamente cristiani, entrò nel noviziato dei Fratelli Maristi a Canet de Mar (Barcellona) nel 1893, prendendo il nome di Eusebio, proseguendo negli studi per diventare maestro.
A 18 anni nel 1896 fu destinato a Gerona nel Collegio del Sacro Cuore, come cuoco e maestro supplente delle elementari, nel contempo conseguì il titolo di ‘maestro nazionale’.
Avendo studiato il francese, approfondì lo studio degli scritti del fondatore dei Fratelli Maristi, il francese san Marcellino Champagnat (1789-1840), scrivendone una prima biografia che lo rese popolare in Spagna.
Ricoprì vari compiti nella sua Istituzione ed in varie città spagnole, fu maestro, educatore qualificato, formatore dei novizi, ai quali si dedicò con amore, incidendo profondamente nel loro animo e nella loro formazione religiosa; promotore di vocazioni, direttore del Collegio di Pamplona.
Dal 1932 al 1936 fu visitatore e primo consigliere del Superiore Generale per la provincia di Spagna. Allo scoppio della Guerra Civile nel 1936, si trovava nella Casa provinciale di Barcellona, città finita sotto il controllo delle milizie anarchiche e comuniste, che scatenarono una violenta persecuzione antireligiosa, seminando il terrore.
Le chiese, i conventi e le scuole cattoliche furono bruciati; sacerdoti, suore, religiosi e laici impegnati, vennero imprigionati, inutilmente avevano cercato scampo presso parenti od amici.
Padre Cecilio (Eusebio) insieme al Superiore provinciale ed altri confratelli, tentarono di salvare i loro religiosi e inviarono due Maristi a parlamentare con il comitato del FAI (Federazione Anarchica Iberica), il risultato fu tragico.
Nel solo agosto 1936 furono uccisi più di 50 Fratelli Maristi, specie in Catalogna; nella notte dell’8 ottobre 1936 altri 45 furono uccisi nel cimitero di Montcada (Barcellona). Dopo essere stato arrestato più volte e sempre riuscito a salvarsi, padre Cecilio Gómez Gutiérrez, venne preso in una locanda, dove si era nascosto, all’alba del 20 settembre 1936; fu trascinato via senza nemmeno fargli indossare l’abito religioso e fucilato dai miliziani.
Dopo la Guerra Civile, i suoi resti vennero identificati nel cimitero di Les Corts e traslati nel convento di Bellpuig de los Avellanes (Balaguer, Lérida) dove tuttora riposano.
Il processo per la sua beatificazione, unificato insieme ad altri 58 confratelli dello stesso Ordine, anch’essi martiri, è stato chiuso a Barcellona il 23 dicembre 1997 ed approvato dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 20 novembre 1999.
Autore: Antonio Borrelli
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