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Beata Barbara Sim A-gi Vergine e martire

Festa: 29 maggio

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Gwangju, Corea del Sud, 1783 – Seul, Corea del Sud, aprile 1801

Barbara Sim A-gi nacque nel 1783 a Gwangju, nella provincia del Gyeonggi, oggi in Corea del Sud. Fu educata alla fede da suo fratello e decise di consacrarsi a Dio restando vergine. Preparò il suo cuore e la sua anima a essere arrestata e uccisa per la sua fede, dopo la cattura di suo fratello. Arrestata a sua volta, morì a causa delle torture che s presso il Quartier Generale della polizia di Seul; aveva diciott’anni. Inserita in un gruppo di centoventiquattro martiri uccisi in Corea tra il XVIII e il XIX secolo, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del suo viaggio apostolico in Corea del Sud.



Barbara Sim A-gi nacque nel 1783 a Gwangju, nella provincia del Gyeonggi, oggi in Corea del Sud. Apprese il catechismo da suo fratello Sim Nak-hun e divenne cattolica. Fu così colpita dalle storie dei Santi che decise di consacrarsi a Dio come vergine. S’impegnò quindi a seguire gli insegnamenti della Chiesa con fedeltà, restando in famiglia.
Dopo che suo fratello venne arrestato durante la persecuzione Shinyu nel 1801, si aspettò che anche a lei sarebbe capitato lo stesso. Quando la polizia arrivò per arrestarla, disse a sua madre: «Madre, non essere così triste e lascia che io obbedisca alla santa volontà di Dio». Si cambiò d’abito, testimoniò la sua fede senza paura e fu condotta a Seul.
Al Quartier Generale della polizia, Barbara fu sottoposta a continue e violente torture, ma non si piegò né volle rinnegare Dio. Morì a causa delle percosse agli inizi di aprile del 1801; aveva diciott’anni.
Suo fratello, intanto, era stato mandato in esilio a Muan, nella provincia dello Hamgyeong. Quando seppe che Barbara era morta, dichiarò: «Sono stato io a insegnare il catechismo a mia sorella Barbara. È morta da martire per essere stata picchiata a morte dalla polizia. Non ha mai rinnegato la sua fede in Dio».
Barbara Sim A-gi, inserita nel gruppo di centoventiquattro martiri uccisi in Corea tra il XVIII e il XIX secolo, capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stata beatificata da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del suo viaggio apostolico in Corea del Sud. La memoria liturgica di tutti i centoventiquattro martiri cade il 29 maggio.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2019-07-12

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