Newsletter
|
Per ricevere i Santi di oggi inserisci la tua mail:
|
|
E-Mail: info@santiebeati.it
|
|
Beato Taddeo Ku Han-seon Giovane ministrante, martire
Festa:
29 maggio
|
>>> Visualizza la Scheda del Gruppo cui appartiene
Haman, Corea del Sud, 1844 – 1866
Ku Han-seon nacque a Minarigol, presso Haman, nella regione di Gyeongsang, oggi in Corea del Sud. Ragazzo curioso e intelligente, aderì al cattolicesimo dopo che ebbe incontrato una persona che gliene parlò. Fu battezzato dal vescovo Marie-Nicolas-Antoine Daveluy (canonizzato nel 1984), col nome di Taddeo. Accompagnò come ministrante padre Félix-Clair Ridel, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi, nei suoi viaggi sull’isola di Geoje. Nel 1866, durante la persecuzione Byeongin, fu arrestato. Espose i contenuti della fede in una lettera rivolta alla moglie del magistrato che avrebbe dovuto giudicarlo, ma questi lo fece picchiare con ancora maggior violenza. Taddeo, però, non emise alcun gemito, perché non voleva far soffrire sua madre, che lo osservava oltre il cancello della prigione. Alla fine venne rilasciato, ma morì a causa delle torture e delle percosse, a ventidue anni. Inserito in un gruppo di centoventiquattro martiri uccisi in Corea tra il XVIII e il XIX secolo, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del suo viaggio apostolico in Corea del Sud.
|
Ku Han-seon nacque a Minarigol, presso Haman, nella regione di Gyeongsang, oggi in Corea del Sud, in una famiglia di ceto medio. Ragazzo molto intelligente, accanito lettore di libri, fu per qualche tempo attratto dalle pratiche magiche.
Un giorno incontrò una persona che gli parlò della religione cattolica: abbracciò anche lui quella fede senza indugio. Fu battezzato dal vescovo Marie-Nicolas-Antoine Daveluy, coadiutore del vicario apostolico della Corea (canonizzato nel 1984) e ricevette il nome cristiano di Taddeo.
Venne scelto per accompagnare padre Félix-Clair Ridel, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi, nelle sue visite sull’isola di Geoje; gli faceva anche da ministrante.
Nel 1866, al termine di uno di quei viaggi, Taddeo si era appena congedato dal missionario, quando fu arrestato dalla polizia di Jinju. Fu torturato, ma non rinnegò la fede. Mentre era in carcere, scrisse una lettera alla moglie del magistrato di Jinju, nella quale esprimeva in sintesi i contenuti della fede cattolica.
Quando la donna ebbe letto la missiva, domandò al marito di rilasciarlo. Il magistrato, invece, s’infuriò: ordinò che il prigioniero venisse tratto fuori di prigione, ma solo per essere picchiato duramente. Nonostante questo, Taddeo non emise alcun lamento.
Il magistrato s’incollerì ancora di più e ordinò alle guardie: «Non lo state picchiando abbastanza forte. Picchiatelo con tutta la vostra forza!». Le guardie replicarono: «L’abbiamo picchiato con gran forza. Se lo picchiamo di più, morirà».
Il magistrato domandò a Taddeo: «Perché non gemi né fai rumore?». Rispose: «La mia anziana madre è in piedi fuori dal cancello. Se emetto un gemito, mi sentirà e sverrà. Questo è il motivo per cui non gemo». Il magistrato domandò ancora: «Allora perché credi alla religione cattolica?». Taddeo dichiarò: «La Chiesa Cattolica c’insegna a praticare una devozione filiale verso i nostri genitori. Ecco perché credo in Dio».
Dopo essere stato ancora picchiato, Taddeo venne rilasciato e tornò a casa. Morì sette giorni più tardi, a causa delle torture e delle percosse. Aveva ventidue anni.
Taddeo Ku Han-seon, inserito nel gruppo di centoventiquattro martiri uccisi in Corea tra il XVIII e il XIX secolo, capeggiato da Paolo Yun Ji-chung, è stato beatificato da papa Francesco il 16 agosto 2014, nel corso del suo viaggio apostolico in Corea del Sud. La memoria liturgica di tutti i centoventiquattro martiri cade il 29 maggio.
Autore: Emilia Flocchini
|
|
|
|
|